domenica 10 maggio 2015

RIDATECI D'ONOFRIO E GRIECO

È ormai più che evidente che per fare politica nel nostro paese non bastano più impegno, serietà e amore per il territorio. Doti ormai superate. Francesco D'Onofrio e Lino Grieco non sono più assessori da qualche mese. Le motivazioni non sono ancora chiare. Eppure hanno sempre dimostrato una grande competenza nei loro rispettivi ruoli oltre a puntualità, dedizione e passione. Unanime il coro dei cittadini. Ridateci D' Onofrio e Grieco.

sabato 25 aprile 2015

Sveglia per il Dirupo

Dopo tanti squilli di tromba e la incontenibile sensazione di gioia per la revoca del trasferimento, dopo tante promesse, iniziative, speranze, sul Rione a Dirupo sembra essere calato il silenzio. Se si eccettua un velleitario quanto improponibile progetto di una strada in forte pendenza che dovrebbe consentire ai bus di salire fino al castello. E che qualcuno ha commentato ironicamente " meglio una funicolare".

domenica 26 ottobre 2014

Il Centro Sociale Anziani ricorda la figura di Nicola Cataldo

La nobile figura di politico, amministratore, giurista e intellettuale dell’on. Nicola Cataldo è sempre viva nel ricordo della comunità pisticcese. Il Centro Sociale Anziani, organismo cui era molto legato, lo ha ricordato nel corso di un pubblico incontro nel palazzo comunale, presenti familiari, colleghi ed estimatori. Non una commemorazione ma incontro tra amici nella ricorrenza dei suoi 86 anni, senza enfasi e retorica. A ricordare i tratti più significativi della personalità di Nicola Cataldo, Giuseppe Coniglio; Domenico Giannace, che ne ha condiviso ideali e battaglie politiche, e Nicola Dolce e Michele Sisto, che, seppure di ideologie diverse, ne hanno sempre ammirato la lealtà e lo stile. Unanime il coro delle voci: il segno distintivo dell’on. Cataldo era costituito dalla straordinaria versatilità dell’ingegno, profondità della preparazione, sensibilità intuitiva, cultura umanistica e politica. Una vita intera vissuta tra politica e avvocatura, sempre a difesa e garanzia delle classi più svantaggiate e dell’identità del proprio paese. Profondamente legato alla sua professione, fino agli ultimi giorni, dimostrando coraggio e forza d’animo, aveva lavorato su importanti processi, trasformando in studio l’abitazione di rione Croci, da dove partirono i primi fermenti per la salvaguardia dei principi della libertà e democrazia. Nato a Pisticci il 22 ottobre 1928, ha conseguito la maturità classica al Flacco di Potenza e la laurea in Giurisprudenza a Bari nel 1952 discutendo una brillante tesi in Diritto Penale, cattedra di cui era titolare Aldo Moro. Iscritto nel PCI dal 1946, due anni dopo fu arrestato per estorsione di contratto di lavoro. Dopo cinque mesi il giudice derubricò il reato di estorsione, per il quale il codice fascista ancora vigente prevedeva il mandato di cattura e il divieto di libertà provvisoria, in quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e concesse la libertà provvisoria. Nel 1951 fu nuovamente arrestato con Nino Sinisi e Domenico Giannace con l’accusa di aver tentato di rompere i rapporti internazionali tra Italia e America solo per aver tenuto comizi contro le visite dei generali americani in Italia capeggiati da Eisenower. E’ stato sindaco di Pisticci dal 1952 al 1956 e dal 1960 al 1963 quando si dimise perché eletto deputato. Da parlamentare, è stato Segretario della XII Commissione Industria e commercio, componente di varie commissioni speciali, dando un notevole apporto alla delega per la formazione del nuovo codice di procedura penale. Istruì il cosiddetto “Processo ai Petrolieri” collaborando alla redazione del libro “I Ministri del Petrolio” con Ugo Spagnoli e Carlo Galante Garrone. Rieletto sindaco dal 1975 al 1980 e dal 1993 al 1995 ha intrapreso molte iniziative per l’Ospedale di Tinchi, opere di civiltà nelle campagne, viabilità. Come Cassazionista ha ottenuto l’annullamento di importanti processi e di sentenze. Sul piano giuridico-politico rilevanti sono le osservazioni sul decreto legge 314/03 sulla individuazione del sito unico per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari di Scanzano, indicato come difensore del Comune dall’assemblea degli avvocati del Foro di Matera su proposta del Consiglio dell’Ordine. Risultato ampiamente positivo come da lettera pubblicata del Commissario della Comunità Europea Taylor. Nel 2006 gli è stata conferita la Toga d’Oro per aver onorato durante un cinquantennio, la professione. L’avv. Amedeo Cataldo si è poi soffermato sulle sue doti di maestro di dialettica ed eloquenza, aggiungendo che è stato il difensore della povera gente. Tutti hanno dato atto a Nicola Cataldo di aver saputo esprimere, oltre alla elevatezza dei valori, la totale dedizione alla professione che ha svolto sempre con impegno assoluto, difendendone i valori di autonomia, libertà e prestigio. Con la scomparsa di Cataldo, Pisticci ha perso un pezzo significativo della sua storia. Un sindaco e gentiluomo di razza che ha lasciato in tutti un vuoto incolmabile. Pisticci vuole che la luce di questa grande figura non sia spenta né si attenui, intitolandogli una via o una istituzione.

Giuseppe Coniglio

venerdì 16 maggio 2014

A Marconia la Resistenza raccontata da Luciana Romoli

Luciana Romoli, “staffetta” partigiana durante l’occupazione di Roma, donna straordinaria che si è laureata a 47 anni, racconta con passione e vigore la sua non facile vita a giovani e adulti, soprattutto per esaltare i nobili valori della Resistenza con l’invito alle nuove generazioni ad adoperarsi affinchè non si ripetano gli errori del passato, nella consapevolezza che non c’è storia senza memoria. Anche a Matera e Pisticci, la sua lucida e chiara testimonianza è stata particolarmente apprezzata e seguita con grande interesse. Durante il convegno sul tema “La Resistenza e la sua Luce”, promosso da Biblioteche Comunali e Assessorato alla Cultura del Comune di Pisticci che si è svolto a Marconia, Luciana Romoli ha colto la preziosa opportunità di visitare il Monumento ai Confinati Politici di piazza Bologna, realizzato da Raffaele Fienca, ed i luoghi in cui fu deportato suo zio, l’antifascista Guglielmo Germoni, che rafforzò in lei i sentimenti di libertà e amore per la Patria. Dapprima confinato nell’isola di Ventotene, Germoni, fu poi trasferito alla Colonia di Bosco Salice insieme a Gustavo Gomollo (il Commissario Pietro), Dario Barbato, Giovanni Battista Basello, Agostino Ottani, Giacinto Varetto e Vito Pappagallo, che con Umberto Terracini costituirono la Cellula Politica Comunista di Marconia, e che poi saranno tra i protagonisti della Resistenza. Particolarmente stimolante e ricco di contenuti il dibattito a più voci che si è svolto a Marconia, con gli interventi del vicesindaco di Pisticci Domenico Albano; Giuseppe Coniglio, che ha relazionato sulla Storia della Colonia Confinaria, e del dirigente regionale Anppia Domenico Giannace, “mascotte” del Campo che ne ha messo in evidenza gli aspetti più rilevanti. Nel presentare Luciana Romoli, Angelo Tataranno ha raccontato, tra l’altro, il primo episodio della sua storia partigiana, quando fu espulsa dalle scuole, all’età di otto anni, per aver difeso la compagna di classe Debora, legata per le trecce ad una finestra dalla maestra, perché ebrea. Ancora giovanissima entrò poi nelle fila della Resistenza Romana, nonostante le perplessità dei comandanti per la sua età. Fu per questo utilizzata nel pericoloso e delicato ruolo di “staffetta” con la sorella, mettendo spesso a rischio la vita, per il materiale compromettente che dovevano distribuire. Senza le leggendarie figure delle “staffette” tutti i programmi della lotta partigiana sarebbero stati inutili. Tra le testimonianze più toccanti rievocate, la sua sofferta giovinezza durante il fascismo e le torture subìte dallo zio, ammanettato davanti alla moglie morente e alla figlia, al quale vennero tagliate le unghia di mani e piedi, senza mai dare ai suoi nemici la soddisfazione del dolore. E quindi la detenzione nel carcere di Civitavecchia e le condanne ai Confini di Ventotene e Pisticci, dove contrasse la malaria nello storico Casone n. 13, chiamato la Casa dei Capitani, in cui dimorarono figure importanti della Resistenza, che avviarono una lunga battaglia che portò all’autonomia della mensa, che prima le autorità avevano affidato ad elementi di fiducia. Luciana Romoli ha pure ricordato i buoni rapporti che lo zio manteneva con la gente del posto, con i contadini pisticcesi e gli abitanti anche se era proibito intrattenersi con essi e il mondo esterno.

Giuseppe Coniglio



Invito alla cittadinanza 


lunedì 13 maggio 2013

Pisticci ricorda Rocco Scotellaro nel novantesimo anniversario della nascita

L’importante ricorrenza del 90° anniversario della nascita di Rocco Scotellaro non poteva passare inosservata a Pisticci, dove i legami con il sindaco-poeta di Tricarico sono ancora molto saldi. La figura, il pensiero, l’opera, l’attività politica e letteraria e il messaggio di Scotellaro sono state al centro di un incontro promosso dal Centro Sociale per Anziani di Pisticci, alla presenza di numerosi iscritti. Una preziosa e unica occasione per ascoltare alcuni tra i più importanti e qualificati protagonisti della vita politica, amministrativa e sindacale di Pisticci del dopoguerra, come Nicola Dolce, che ha curato l’evento, l’on. Nicola Cataldo e Domenico Giannace che hanno rievocato episoli e aspetti inediti di storia attestando comunque il ruolo importante che Scotellaro ha svolto a favore del problema della terra. Ad inizio lavori, il prof. Giuseppe Coniglio, che si è dichiarato onorato di sedere al tavolo dei relatori con veri e autentici protagonisti della storia, il cui nome è ormai consacrato nei libri, ha manifestato tutta la sua amarezza nel constatare che ancora oggi il nome di Scotellaro sia appena accennato nei testi e manuali scolasttici, nonostante la ricchezza di pubblicazioni specifiche. Ha poi passato in rassegna la biografia, l’attività amministrativa e sindacale di Scotellaro, la sua poesia, il suo messaggio ancora attuale, definendolo il cantore della civiltà contadina e della Lucanità. Sugli aspetti giuridici e legali dell’arresto di Scotellaro si è a lungo soffermato l’avv. Nicola Cataldo, che ha pure trattato dei collegamenti di Scotellaro con aspetti e personaggi pisticcese, tra cui il suo compagno di carcere Chiellino. Scotellaro fu del tutto scagionato dalla infamante accusa di peculato ma l’esperienza del carcere da innocente lo aveva del tutto provato, al punto da lasciare per sempre la politica e di trasferirsi a Portici per dedicarsi alla indagine sociologica sui Contadini del Sud. Conclusioni del convegno affidate a Domenco Giannace, già sindaco di Pisticci e consigliere regionale, che ha ricordato i suoi personali rapporti con Scotellaro e rievocato la sua esperienza carceraria a Matera, quando Rocco, da poco prosciolto, si recò a fargli visita, donandogli un libro che egli oggi custodisce gelosamente come il ricordo più bello.

Giuseppe Coniglio